Anche in questo caso indichiamo in poche parole il metodo di studio che cerchiamo di applicare e non la descrizione puntuale degli esercizi, senza pretese di completezza ma solo per chiarire lo spirito del lavoro che andremo a sviluppare. La pratica degli esercizi di spinta con le mani (Tui Shou) inizia già al primo anno, in quanto inscindibile dalla pratica della forma: vale quanto detto precedentemente a proposito dell’atteggiamento da ricercare nella pratica della Lao Jia; il Tui Shou ci consente di mettere alla prova il livello raggiunto nell’interiorizzazione dei principi attraverso esercizi preparatori e forme. Il movimento esercitato a contatto con un’altra persona ha la capacità di svelare, in funzione della ricettività e del livello di comprensione del praticante, i limiti della nostra pratica: cerchiamo il pieno ed esprimiamo il rigido, cerchiamo il morbido e quello che esce fuori è il floscio…
Non per niente si dice che bisognerebbe praticare la forma come se si stesse facendo Tui Shou e il Tui Shou come se stessimo praticando la forma, a indicare che nella forma bisogna mantenere un Yi (intenzione) forte, che più facilmente si attiva nel tui shou (= non far degenerare il morbido nel floscio) e nella pratica di quest’ultimo andrebbe rimossa la volontà “rigida” di prevalere / non farsi spostare / schiacciare a tutti i costi, per dedicarsi unicamente allo studio dei principi anche nel contatto / pressione da parte del compagno. Il Tui Shou non è un sistema di lotta / combattimento e forse non è neanche propedeutico in senso stretto: allena qualità (fermezza, rilassamento, pienezza, sensibilità, cedevolezza, adesione, …) importantissime in ogni accezione, incluso il combattimento ma è pur sempre uno schema, libero in alcuni esercizi praticati in movimento, ma sempre uno schema: il combattimento Taiji è invece libero per definizione.